Intervento di Sandra Zampa alla Direzione PD del 7 agosto 2015
Ringrazio chi ha voluto aprire questo nostro incontro con il ricordo di Renato Zangheri, scomparso in queste ore, un grande intellettuale, un grande politico, un grande sindaco. È un onore per me poterlo fare in prima persona e so di interpretare il sentimento di voi tutti quando dico che la notizia della sua morte ci addolora profondamente. Zangheri è stato un intellettuale rigoroso e un politico di rara qualità.
Ha saputo unire e mettere al servizio della comunità in cui si è trovato le due passioni della sua vita: lo studio e la politica. Libero docente nel 1958, già da due anni consigliere comunale nella Bologna guidata da Dozza, vince il concorso di storia economica a Trieste, per rientrare all’Ateneo bolognese nel 1965. Nel 1970 diventa sindaco succedendo a Guido Fanti. Lo ricordiamo oggi soprattutto per avere guidato con fermezza e equilibrio gli anni bui della storia della Repubblica, gli anni delle stragi: nel 1974 l’Italicus, 12 morti e 44 feriti. Nel 1980 la strage terribile alla stazione. Per me che ero appena iscritta all’università, e per tanti giovani studenti allora, c’è il ricordo del 1977, l’uccisione di Francesco Lorusso, la città spaventata, e la fatica di tenere unita la comunità, di salvaguardare le condizioni della vita democratica. Restano indimenticabili le immagini dell’allora presidente della Repubblica, Sandro Pertini e di lui, in una piazza, una città affollata all’inverosimile, carica di dolore per i morti della bomba alla stazione. Ma Zangheri è anche il sindaco che sa che il welfare è motore di giustizia, che investe nell’urbanistica recuperando il centro storico e salvaguardando le colline e il verde per garantire una rinascita della città. È l’amministratore che sa che la cultura è uno straordinario veicolo di promozione di Bologna. Come non ricordare la grande mostra di Morandi a New York con i giornali americani che scoprono che le amministrazioni di sinistra sono ben lontane dai loro stereotipi?
Eletto deputato nel 1983 fu presidente del Gruppo parlamentare del PCI. Aderì successivamente al PDS e poi ai DS. Zangheri è stato coerente e rigoroso con i suoi valori e principi ma anche con il suo partito. Così ha gestito il suo ritiro dalla vita pubblica e dalla politica offrendo un esempio di cosa significa servire la propria comunità, le istituzioni e la politica. Alla sua famiglia, suo figlio e la moglie Claudia, alla sua comunità e alla città di Bologna che ne piange la scomparsa, le condoglianze mie e del partito democratico tutto.
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